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Per cancellarmi dal mondo puoi uccidermi o premere "OFF". (Nalinka senza virgole)

La Percezione della Realtà

Non serve essere degli esperti di comunicazione per capire che i Mass-Media hanno sia il potere naturale di portare qualcosa alla ribalta (osservazione banale) che di farla precipitare nel dimenticatoio (osservazione meno banale).

IL PROGRESSO
E' un'inclinazione naturale degli esseri umani, ed è addirittura comprensibile e giustificabile. L'informazione, da quando l'uomo è comparso sulla terra, ha viaggiato dapprima alla velocità della voce e delle gambe dell'uomo stesso, e solo in tempi relativamente recenti ha subito due storiche accelerazioni, la prima legata ai mezzi di trasporto e la seconda a quelli di comunicazione. Prima che questo avvenisse, l'uomo poteva percepire i messaggi o le notizie solo dall'ambiente a lui circostante, cioé lo spazio fisico in cui trascorreva le sue giornate. Niente che non fosse a portata di occhio o di orecchio poteva informare gli esseri umani su quello che avveniva intorno a loro. Se ci pensiamo bene, oggi nulla è cambiato. La sola differenza è che a portata di occhi ed orecchie abbiamo strumenti chiamati televisione, radio, giornali e Internet. Sebbene questo abbia incredibilmente aumentato la quantità di informazioni a nostra disposizione ogni giorno, l'affresco della realtà che ci circonda dipende sempre da ciò che possiamo vedere e sentire.
IL PROBLEMA
Poter potenzialmente essere a conoscenza di tutto quello che succede nel mondo non significa necessariamente che ci venga effettivamente fornita una tale mole di informazioni. Prendiamo ad esempio la televisione. Con l'eccezione dei canali riservati alle News, gli spazi dedicati all'informazione sono necessariamente limitati, e all'interno di quegli spazi le redazioni dei telegiornali sono costretti ad operare delle scelte. Il risultato, peraltro ovvio, è che noi non siamo davvero a conoscenza di tutto quello che succede nel mondo. A questo si aggiunge il fatto che anche il nostro tempo da dedicare all'informazione è necessariamente limitato. Il problema allora qual'è? Abituati a percepire il mondo intorno a noi attraverso i mass-media sviluppiamo una tendenza a pensare che se qualcosa non appare in televisione o sui giornali necessariamente quella cosa non è mai successa. Il fatto, d'altro conto, di avere coscienza di questo, è già un primo passo verso un atteggiamento più critico nei confronti di quello che sappiamo e quello che non sappiamo.
COLPA DI CHI?
E' colpa di tutti e di nessuno. Un caso di cronaca nera avvenuto in Italia, ad esempio, attira l'attenzione più di uno stato di dittatura non dichiarata in Bielorussia. Immaginati due telegiornali, uno che scelga di aggiornare il proprio pubblico sull'omicidio clamoroso del momento, i cui protagonisti diabolici sono diventati ormai personaggi da film, e l'altro che scelga di informare i propri telespettatori su un degrado della democrazia in un paese della Ex Unione Sovietica. Chi farebbe più audience dei due a parità di tutte le altre condizioni? E con quale coraggio la redazione di un telegiornale potrebbe decidere di fornire notizie "meno interessanti" dei propri concorrenti solo in nome di una più completa informazione?
STRANO MA VERO
Il mondo non va bene solo perché nessuno ci dice che va male. Muore più gente di quella che ci è dato vedere. Quando una guerra finisce di fare notizia la gente che ne è stata coinvolta non smette di pensarci. Quando una petroliera riversa il suo contenuto nell'oceano, il disastro ecologico non dura solo per i tre giorni in cui puoi vedere i servizi in TV. Ma attenzione, nessun telegiornale o giornale potrebbe parlare di tutto quello che effettivamente succede nel mondo, né seguire gli argomenti proposti ai propri telespettatori per un tempo indefinito.
E ALLORA?
L'informazione passiva è quella che ricevi guardando un telegiornale, o leggendo un quotidiano dall'inizio alla fine, l'informazione attiva è legata invece ai canali comunicativi come Internet, con i quali è possibile effettuare ricerche sugli argomenti di maggior interesse per ognuno. Ma farlo implica dispendio di tempo e di energie. Ognuno valuti il proprio effettivo interesse per quello che succede nelle parti del mondo che per un motivo o per l'altro non sono coperte spesso dai Media.
FEELING
Nalinka ha una sensazione: la maggior parte delle persone, senza che vi sia alcuna cattiveria, non si interessa molto a quello che succede nel mondo, perché il suo mondo si è rimpicciolito a forza di indossare il vestito necessariamente stretto dell'informazione passiva. E così, guarda che strano, ancora una volta nel mattatoio della comunicazione la vittima diventa carnefice.

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