Si pronuncia "Zaròdysh", e significa embrione o feto. E' la parola scritta sotto ad un oblò incastonato dentro al ventre di una matrioska, che caratterizza la copertina del romanzo "Babylon" di Viktor Pelevin. Comunicazione accattivante, nessun dubbio a riguardo. E di comunicazione di massa e tranelli comunicativi il romanzo "Babylon" di Viktor Pelevin è una fantasiosa, cinica, attuale, ed inquietante miniera.

Viktor Pelevin è nato a Mosca nel 1962. Non è quindi sorprendente che i suoi romanzi siano costruiti attorno a personaggi della Russia sovietica e post-sovietica. Non può sorprendere nemmeno il fatto che l'autore non sia tenero né con l'una né con l'altra delle due russie, pur lasciando forse trasparire una preferenza del tutto scevra da ogni entusiasmo per la seconda. Naturalmente si tratta solo di una sensazione. E' doveroso sottolinearlo, soprattutto in un sito (questo) che qualcuno ha definito come "un subdolo rigurgito di romanticismo sovietico". Ma la vita, si sa, è piena di sorprese. E così Viktor Pelevin sfugge inaspettatamente alla nostra censura interna (forse caduta vittima di un WOW-impulso dislocatorio, e per sapere cosa sia, in tutta onestà, non hai alternativa all'acquisto del libro!). Viktor Pelevin ha due meriti eccezionali: per prima cosa è uno scrittore dotato di un talento così straordinario da risultare a volte disarmante. Inoltre (secondo merito) ha scelto di raccontare un pezzo di mondo (Russia e dintorni) da ormai troppo tempo in balia di una spaventosa tempesta, della quale in occidente finiscono spesso col fare notizia solo gli schizzi più cruenti. Lo fa nel bene e nel male. Molto più nel male che nel bene, a dire il vero. Ma forse è giusto che sia così. Ed è una nostra debolezza se leggendo i suoi romanzi ed i suoi racconti avremmo trovato rassicurante intuire tra le righe qualche piccolo segno di speranza per una Russia (e dintorni) passata da Impero del Male a paese che sempre più "assomiglia all'incendio di un bordello durante un'inondazione". Così, solo per allontanare lo stupido dubbio che della sua Russia (la prima o la seconda, o tutte e due, non importa) il migliore scrittore russo contemporaneo possa davvero riuscire a scrivere senza mai lasciarsi andare ad un irrazionale, incontrollabile, fugace sentimento di cuore. Nalinka ti propone le recensioni ufficiali di alcuni romanzi di Viktor Pelevin, editi da Mondadori.