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Come una Donna (di Nalinka)
I racconti di Nalinka sono gratuiti, ma pur sempre tutelati dalla normativa sul Diritto d'Autore. Puoi salvarli sul tuo computer se lo desideri, stamparli od inviarli a qualcuno. Ma Nalinka ti chiede la cortesia di non pubblicarli altrove senza il suo esplicito consenso.
Sola di fronte alla città. Una città dai mille colori. Una città di sconosciuti.
Una città di follie. 
Mi strappo dall'edificio dove alloggio e mi spingo nel traffico. 
Inspiro profondamente. La gente mi spintona. 
Coraggio, mi lancio!
- Mademoiselle, la vostra borsa è aperta, siate prudente! -
Grazie. 
Non essere d'ostacolo a questa fiumana di persone. 
Non girarsi ad ogni colpo di clacson. 
Smetterla di alzare la testa.
Troppo presa dal cercare di non comportarmi come una turista ho dimenticato la cosa 
più importante. 
Calarsi in un lunedì di questa città, esserne imbevuta, cospargersene, immergersi. 
Acciaio, cemento, asfalto. I riflessi glaciali del cielo allo stesso ritmo dei miei 
passi. 
Ed il cuore avanza di sussulto in sussulto. 
Da dietro una porta a vetri mi annuncio. 
- Arriva subito... - 
Poi non ci siamo più che noi nella hall, come due punti statici nel movimento 
caotico delle camicie bianche e dei calzoni plissati. 
Il tuo sguardo mi avvolge ed io arrossisco. Un brivido mi percorre. 
No, è fuori discussione che mi precipiti nelle tue braccia, che ti baci davanti a 
tutti, che ti porti via ora dal tuo mondo. 
Domenica. Era ieri. 
E domani parte il mio aereo. 
Sono contenta di aver indossato una gonna dritta a mezza lunghezza al posto dei 
miei jeans, e delle scarpine laccate coi tacchi al posto di quelle da basket. 
Così la nostra differenza di età è truccata. Lo testimonia il tuo sorriso 
riconoscente. 
In un palazzo di una città come tante altre, ad un piano di un palazzo come tanti 
altri, seduti ad un tavolo di un ristorante come tanti, noi due ci diciamo addio. 
E' strano. Non ne provo alcuna tristezza. Non so ancora cosa voglia dire. 
Ieri il vento del porto intrecciava i nostri capelli, ed i nostri baci si 
confondevano nel rumore delle sue raffiche. Febbrili ed impazienti. 
Un lampo di luce nei tuoi occhi mi aveva passata da parte a parte, mi aveva 
disarmata, aveva portato via qualcosa di me. 
Le tue braccia si sono aperte alla mia giovinezza, accettando la mia fiducia, il 
fresco schiudersi dei miei sogni. 
Con coraggio, il mio sorriso ti lascia al tuo lunedì. 
Fuori, nella strada, si scatena un turbinio che riduce al nulla il rumore dei miei 
tacchi sull'asfalto. 
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