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Tratto da "Kometa", il romanzo di questo sito.

Il Paladino e il Sognatore (di Genrix)
E per la prima volta non fu di fianco a me nella battaglia.
Mi guardava. 
Stringeva in pugno la spada, vestito per il combattimento più importante.
Non mi aveva abbandonato. Aveva solo capito prima di me che non c'era posto per 
tutti e due nella mia mente, che solo uno di noi doveva rimanere vivo, e conservare 
il meglio dell'altro in eredità.
Così ci battemmo.
Avevo vinto tante guerre solo perché lui era stato al mio fianco.
E proprio ora che lo avevo di fronte, la vita mi chiedeva di dare il meglio di me 
stesso.
Ci provai, ma non ne ebbi la forza. E soprattutto non ne trovai la volontà.
Un paladino ed un sognatore in un solo corpo. Poi un giorno tutti i nodi vengono al 
pettine, e le loro spade devono incrociarsi.
Due cuori e una sola testa, tanto che nessuna mossa può essere imprevedibile.
Impossibile che uno di loro abbia la meglio se l'altro non commette errori.
E io sbagliai.
Mi ritrovai a terra con la sua spada puntata al petto, pronta a trafiggermi il 
cuore.
Perché è così che devi uccidere un amico se sei costretto a batterti con lui.
Devi colpirlo al cuore, perché non possa sentire il tuo dolore mentre la tua spada 
spegne con la sua vita anche la parte più profonda della tua anima.
I suoi occhi vuoti come diamanti, nel suo sguardo solo rispetto e disperazione. 
Sapevo quanto contassi per lui, e che proprio per questo non mi avrebbe risparmiato 
la vita.
Uno di noi due avrebbe lasciato il campo da vincitore, e l'altro sarebbe rimasto lì 
per sempre.
Quello che ancora non sapevo è che da lì a poco avrei ricevuto il più grande 
insegnamento della mia vita, anche se la vivo come una punizione.
Fu tutto così veloce che non ebbi il tempo di rendermene conto.
Ma di quel momento conservo un'immagine nitida, come quella di una lama.
Allontanò la spada dal mio petto e si trafisse il cuore. Ma a sanguinare fu il mio.
Non lo lasciai lì come avrei dovuto. Lo portai al castello che stavo costruendo.
Tanto in quel posto non avrei mai più potuto sentirmi a casa. 
Non senza di lui e la mia Principessa.
Ma prima di andarmene per sempre, accesi quella notte terribile con un fuoco dolce 
e languido.
Un fuoco di silenziose fiammelle che dondolavano sull'acqua.
Avrei voluto che il mio cuore fosse un castello incantato.
Ma ora è la tomba del paladino che era in me.
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