Enrico Villa (Genrix) ha deciso che il posto giusto per questa poesia è il sito di Nalinka, e sarà felice se vorrai salvarla, stamparla od inviarla a qualcuno. Ti chiede solo di rispettarne il diritto d'autore, intrinsecamente legato a chi ha prodotto l'opera: cioé lui.
Nella strada deserta
il silenzio è dolore
il ricordo è rimpianto
ed è morto l'amore.
Nella strada deserta
non ci sono più fiori
non ci sono più bimbi
si son spenti i colori.
Nella strada deserta
il sorriso è sparito
e la vita presenta
uno strano mercato.
Nella strada deserta
una donna è da sola,
e amore e denaro
una sola parola.
Le pesano addosso
quei quattro vestiti
che sono la storia
di sogni svaniti.
La macchina punta
i suoi fari indiscreti,
si ferma pian piano
a scoprire i segreti
di un corpo di donna
da non conquistare
di un gioco in vetrina
che basta comprare.
La notte è gelata
dal grigio squallore
del letto disfatto
di un albergo a ore.
Nel ventre c'è un uomo,
nel cuore ferite
e la mente ricrea
le figure sbiadite
di bimbi che corrono
lungo una spiaggia
ma nemmeno una lacrima,
né odio, né rabbia.
Cammina veloce
pensando alla vita
che avrebbe trovato
se fosse partita
su un treno di nuvole
e strade di cielo
cullata dal vento
del bacio sincero
di chi un giorno nell'ombra
le disse "Ti amo"
e di cui resta solo
un ricordo lontano.
Con l'alba si accende
la strada deserta,
la grande città
già comincia a tuonare;
nel letto da sola
con gli occhi socchiusi
si sveglia un sorriso
e comincia a sognare.
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